L'AVVENTURA DI UN EROICO AVIATORE
Ci sono uomini che non si arrendono di fronte agli ostacoli che si oppongono alle proprie idee, alle passioni che li divorano, alle proprie certezze interiori. Purtroppo tali uomini vengono spesso, troppo spesso, posti nel dimenticatoio, mentre la loro vita dovrebbe diventare un esempio per le nuove generazioni.
Tale è il caso di Ugo Zannier, classe 1913, nativo di Clauzetto, ora provincia di Pordenone (di là da l'aghe diremmo noi in friulano).
Aveva frequentato la Scuola di ebanisteria presso i Salesiani a Venezia ed aveva ottenuto anche l'attestato "A" (quasi un brevetto) di volo a vela a Pavullo del Frignano. Purtroppo la sua passione per il volo era stata drammaticamente scossa dall'eliminazione al concorso per allievi sottufficiali piloti della Regia Aeronautica per insufficienza cardiaca.
Ma non si era arreso. Aveva avuto modo di leggere il volume Il “Volo a Vela", pubblicato dal proprietario di una ditta costruttrice di alianti con sede a Cantù e, coniugando il mestiere imparato a Venezia con le istruzioni ed i disegni contenuti nel volume, aggiungendovi idee ed intuizioni proprie, decise di costruire da solo un aliante.
A Clauzetto aveva trovato aiuto ed appoggio da parenti ed amici, conquistati dal bel giovane alto, fiero ed intelligente, fino al punto di ottenere l'uso di un'aula della scuola di disegno per adibirla a laboratorio, non potendo assemblare il velivolo nella soffitta di casa. Analogo aiuto aveva trovato a Campoformido, già famosa e riconosciuta quale università del volo. Qui potè trovare materiale tecnico, consigli pratici, assistenza tecnica.
Il 31 luglio 1933, nella brughiera di Sequals, avvenne il battesimo dell'aliante, chiamato "Friuli". Dopo lo schianto della bottiglia di spumante, venne effettuato il primo lancio, con Zannier al posto di pilotaggìo. Erano presenti l'on. Volpe, l'industriale Brovedani, il giornalista Grinovero del “Popolo del Friuli”. L'avvenimento suscitò entusiasmo ed ebbe immediata risonanza in provincia.
Per poter utilizzare fruttuosamente l'aliante, Zannier pensò di lanciarsi da qualche altura, ma non era esperto nel pilotaggio essendo in possesso del solo attestato "A". Allora l'istruttore di volo a vela di Campoformido, che l'aveva assistito in ogni modo nella sua impresa di costruttore con consigli, presentazioni ed altri aiuti, lo portò in quota diverse volte con un AS.1, poi spegneva il motore e, come fossero stati a bordo di un aliante, gli insegnava i segreti del volo librato ed il modo migliore per atterrare correttamente nel posto precedentemente fissato.
Dopo poche lezioni l'istruttore notò i progressi rapidi e sorprendenti dell'allievo. Pareva quasi fosse nato con le ali, come dimostrò qualche anno dopo dando prove strabilianti delle sue capacità acrobatiche con il CR.32: fra le altre figure si abbassava a volo radente ed iniziava una serie di tonneau sfiorando l'erba del prato con le ali, senza deviare minimamente dalla traiettoria di volo.
Quando fu ben certo della capacità di Zannier di pilotare con sicurezza l'aereo con motore spento e che da qualsiasi punto dalla quota di 1.000 metri era capace di atterrare con tutta sicurezza in uno spazio ben delimitato del campo, l'istruttore dette il suo benestare al primo lancio con l'aliante da una montagna. Naturalmente venne data ampia pubblicità al tentativo, richiamando attenzìone del pubblico,e delle autorità sull'importanza del volo a vela.
Venne scelto il monte Valinis, sovrastante Meduno, anche perché la sua vetta era facilmente accessibile anche con carichi ingombranti.
Il 28 ottobre, a pomeriggio avanzato, Zannier effettuò il primo volo da una quota di circa l.100 m. Dopo aver sorvolato Meduno, Cavasso Nuovo ed Orgnese, atterrò felicemente sul prato prescelto nelle vicinanze di Solimbergo. L'operazione, dalla salita sulla montagna, al lancio ed al sorvolo venne seguita da una moltitudine di amici, ammiratori e semplici curiosi.
L'avvenimento ebbe grande.risonanza, anche fuori provincia, e richiamò l'attenzione del generale Alberto Liuzzi, che proprio allora stava addestrando un reparto di alpini rocciatori in Carnia. Il generale Liuzzi era di Gemona del Friuli (la sua villa stava nelle vicinanze del sottopassaggio della stazione ferroviaria, a lato della villa Morganti) e si interessò all'operazione per le possibili ricadute belliche, quali il trasporto in volo ad alta quota di truppe particolarmente addestrate con alianti appositamente costruiti. In tal modo si sarebbe sfruttato l'elemento sorpresa ed utilizzato soldati non sottoposti alla fatica dell'arrampicata in roccia. La Wermacht dette un'ampia dimostrazione di tale possibilità durante il 2° conflitto mondiale.
L'idea l'aveva talmente preso da convincere lo Zannier a compiere un altro volo, questa volta dalla cima del monte Quarnan, sovrastante Gemona del Friuli, ben visibile dalla pianura per il monumento al Redentore inaugurato pochi anni prima. Guidò in prima persona una spedizione con il suo istruttore di volo ed altri sulla vetta del monte, nonostante fosse già coperto di neve, per constatare lo spazio esistente per l'assemblaggio dell'aliante e per verificare la praticabilità del sentiero d'accesso dalla strada che porta a Sella Foredor. Occorreva, infatti, smontare l'aliante in sei pezzi per poi rimontarlo con la massima precisione, con particolare riguardo al calettamento degli attacchi, alla tensione dei cavi per l'incidenza delle ali ed il comando dei timoni.
Il 19 novembre 1934, tre settimane dopo il primo volo, Ugo Zannier spiccava il secondo volo da quota 1.370 metri, ed atterrava sul luogo prescelto fra Osoppo e Majano, nelle vicinanze dell'attuale aviosuperfice intitolata al compianto comandante Nino Pittini. Anche questa volta la folla era numerosa, anche per la propaganda fatta dalla stampa. Il generale Liuzzi, che aveva ben contríbuito all'impresa con uomini e mezzi, era al colmo della gioia, unitamente all'on. Barnaba.
Zannier era raggiante: aveva conseguito il brevetto civile per piloti d'aeroplano con l'AS. 1 a Campoformido ed aveva ottenuto soddisfazioni e celebrità meritate.
Con queste premesse era stato ammesso ad un nuovo corso per allievi sottufficiali piloti della Regia Aeronautica. Inoltre, l'Aero Club aveva acquistato il suo aliante e con il ricavato aveva potuto saldare il debito contratto per il conseguimento del brevetto.
Ottenuto in seguito il brevetto di pilota militare alla Scuola di volo di Grottaglie, partì per la guerra di Spagna, assegnato alla Squadriglia Autonoma “Frecce", aggregata alla famosa Squadriglia “Cucaracha”.
Pochi giorni prima della fine della guerra, il 30 dicembre 1938, il maresciallo pilota Ugo Zannier cadde in combattimento aereo nel cielo di Bayon; gli venne conferita la Medaglia d'Oro al Valor Militare. Nella motivazione veniva dato ampio risalto al gesto eroico compiuto sacrificandosi in difesa del proprio comandante accerchiato dai caccia avversari.
Ad Ugo Zannier vennero poi intitolate la Scuola di disegno professionale di Meduno, dove aveva potuto dar seguito ai propri impulsi creativi, e la Scuola di volo a vela di Udine, che aveva potuto nascere dopo le sue entusiasmanti imprese.
Ora sono scomparse la Scuola professionale e quella di volo; di Ugo Zannier tutto il Friuli si è dimenticato, per tanti motivi, la cui elencazione potrebbe far sorgere inutili, o sterili polemiche.
Ritengo tuttavia necessaria un'appendice a questa storia: riguarda ancora l'aliante “Friuli”.
Per dare maggiore impulso alla nascente Scuola di volo a vela, l'istruttore dello Zannier ritenne necessario un altro richiamo mediatico. Perciò, con l'appoggio del Dopolavoro provinciale, venne deciso di effettuare un terzo lancio, questa volta dalla cima del monte Cjampeon, sovrastante Magnano in Riviera, Tarcento, Artegna e Montenars, da una quota di 740 metri.
Il punto d'atterraggio era stato fissato sui prati compresi fra la linea ferroviaria, dopo la stazione di Tarcento, e la strada statale che da Tarcento porta a Buja. L'accesso alla montagna era facìlìtato, da Montenars, dalla strada militare costruita all'inizio del secolo per la costruzione del forte e delle caserme sulla montagna.
Era il 21 aprile 1934, anniversario del "natale" di Roma, festa nazionale. Quando tutto era pronto per il lancio si scatenò un improvviso temporale che inzuppò tutti i presenti. Subentrò un freddo vento di tramontana che fugò la pioggia, ma che complicava le operazioni perché spirava di fianco alla rotta obbligata e tendeva a trascinare verso il basso, verso la località di Billerio.
Vista la straripante folla convenuta da tutti i paesi del Friuli per assistere alla manifestazione, l'istruttore decise per il lancio anche in quelle condizioni atmosferiche. L'esperienza e le capacità aviatorie del pilota consentirono di atterrare regolarmente nel punto convenuto.
Questo terzo volo fu il vero decollo della Scuola di Volo a Vela di Campoformido.
Le foto sono tratte dal libro Il cielo di Campoformido " di R. Bassi ‑ Campanotto Ed. di Pasian di Prator g. c. del sig. Michele Scarton.