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Tuesday, August 08, 2006

STORIA AERONAUTICA


Aerei famosi *** AVIA FL.3

(dal periodico AERONAUTICA di luglio 2006)

di Gregory Alegi


Il 28 settembre 1938 il Ministero dell'Aeronautica bandì un concorso per un aereo da scuola e piccolo turismo destinato alla RUNA. Sottolineando rusticità ed economia (30.000 lire al massimo senza motore, della potenza non superiore a 80 CV), le specifiche si attagliavano perfettamente all'L.3 (o FL.3), ideato da Francis Lombardi e progettato dagli ingg. Giacomo Mosso, Ugo Graneri e Pier Aldo Mortara.

L’aereo aveva fusoliera in traliccio di legno rivestita in tela, ala interamente in legno, un elementare carrello ammortizzato ad elastici. Il motore era il CNA DA da 60 CV a cilindri contrapposti. L'abitacolo era aperto sulle macchine militari e chiuso su quelle civili.

Il prototipo I‑ABJR con motore Praga 45 CV fu col­laudato nell'autunno 1938 dallo stesso Lombardi che, costituita con alcuni amici la ditta Avia ' ne lanciò la produzione per il mercato privato. La prima commessa
militare per 50 macchine giunse nel marzo 1939. Lom­bardi effettuò il primo volo con il D4 il 19 aprile 1939 in occasione della visita di Mussolini a Vercelli. Tra il giu­gno 1940 e l'aprile 1942 l'Aeronautica ricevette
335 L.3, costruiti in parte dall'Avia e in parte pro­dotti dall'Agusta), destina­ti nei piani dell'Ispettorato Scuole al­lo svolgimento delle pri­me 30 ore del corso di pilotaggio.

Nell'estate 1940 si prevedeva di assegnare gli L.3 alle scuola di Vibo Valentia, Perugia, Pescara, Fano, Jesi; nel 1941 l'aereo era anche a Siena e Aquino. Ma non fu compreso, dando luogo ad una crisi di rigetto: dei 322 esistenti al 1° febbraio 1942, ben 293 erano accantonati. Qualche L.3 andò al Reparto P, alle Direzioni Costruzioni per collegamento, al Nucleo Addestramento volo senza motore di Novara che, per simulare gli alianti ad elevato carico alare, ne rimosse l'elica. Non ebbero invece seguito i prototipi della variante idro e a decollo cortissimo, entrambi comparsi nel 1942 e collaudati da Nello Raimondo. Il primo fu ricavato montando due galleggianti all'I‑VENK, un normale L.3 di serie, mentre il secondo comportò l'applicazione di un'ala con flap tipo Junkers, alette Handley‑Page fisse e altre ai lati della cofanatura motore, nonché di un motore sperimentale in linea realizzato dall'ing, Graneri presso la Cansa. Con queste estese modifiche l'L.3C riusciva a superare un ostacolo di otto metri dopo soli 80 m. Di un ulteriore derivato, il bimotore L.4, fu approntato il solo simulacro.

Dopo l'armistizio circa 15 servirono nell'ANR, anche presso il Centro Volo a Vela incredibilmente organizzato da Mantelli: il piccolo L.3 trainava alianti Asiago e Canguro. Al Sud almeno tre operarono per collegamento con il Reparto Autonomo Volo del Comando Aeronautica della Sardegna e la SRA Caccia di Lecce.
A parte i circa 250 requisiti dalla Luftwaffe per le proprie scuole, che nell'aprile 1944 impiegavano 145 L.3, l'unico cliente estero fu la Croazia che il 20 febbraio 1943 ottenne gli ultimi dieci aerei dì serie. Non comportò invece alcuna esportazione l'addestramento di allievi piloti dell'aviazione dell'ancora inesistente stato d'Israele, brevettatisi più o meno clandestinamente su L.3 nel 1946‑47 presso la società privata Alica di Roma‑Urbe: tre di questi aerei furono poi acquistati dall'AMI nel 1952, mentre un altro fu ricostruito dall'RTU di Bresso.

Questo impiego preluse all'esplosione del fenomeno L.3 che, dapprima grazie a macchine recuperate avventurosamente e poi alla ripresa della produzione Avia, che la trasferì infine alla Meteor di Furio Lauri.
Robustissimo, parco nei consumi, docile ai comandi, l’FL.3 formò così migliaia di piloti di aero club fino agli anni Sessanta in parte tramite l’innesto di motori americani con maggiore intervallo tra le revisioni, scomparve nel decennio successivo di fronte alla progressiva diffusione di macchine interamente metalliche.
In anni recenti gli ultimi FL.3 furono talvolta rimossi dal registro e trasformati in ultraleggeri. Almeno uno vola tuttora presso l’Aero Club di Roma, mentre quattro esemplari statici sono conservati, ma non sempre esposti, dai musei italiani.
Dimensioni e caratteristiche del prototipo militare.
Apertura alare 9,85 m; lunghezza 6,37 m; altezza 1,76 m; superfice alare 14,35 mq; peso totale 525 Kg; a vuoto 290 Kg; velocità max 165 km/h; di crociera 142 km/h; salita a 2000 m in 18 minuti 50 sec; autonomia max 597 Km; tangenza 4.200 m.

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  • Velivolo di proprietà del Comm.Te Daniele Giorgetti e basato sull'aviosuperfice Valdera Capannoli PI
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